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Recenti ricerche circa le conoscenze sulle truffe e frodi finanziarie, tradizionali o on line, da parte dei giovani fra i 18 e i 35 anni, hanno messo in evidenza una conoscenza ancora incompleta e insufficiente dei rischi e pericoli connessi alle possibili frodi, soprattutto quando connesse all'utilizzo di risorse informatiche e di mezzi di pagamento digitalizzati, per quanto sempre più ampiamente utilizzati dalle giovani generazioni. Questa vulnerabilità appare diffusa in maniera trasversale, peraltro, a causa del fatto che i rischi di manipolazione non derivano soltanto dall'utilizzo dello strumento informatico, ma anche dalla mancata conoscenza della normativa e dei corretti comportamenti da tenere da parte degli utilizzatori di servizi finanziari digitalizzati e soprattutto dal ricorso, da parte dei criminali, a tecniche di manipolazione psicologica che vanno sotto il nome di “ingegneria sociale”. Queste tecniche sono volte a sfruttare, in maniera favorevole ai truffatori, i limiti e i vincoli all'esercizio di una scelta razionale in materia economica e finanziaria, per effetto di bias, dispercezioni cognitive ed interferenze emotive che impediscono l'esercizio di una piena razionalità, mettendo in luce l'importante ruolo che, sul tema, può svolgere l'educazione finanziaria, quale utile strumento per ridurre l'incidenza di tali fenomeni sul processo decisionale.