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Bologna, 1° ottobre 2022 - È un grande piacere essere qui a Bologna per l’inaugurazione del Mese della educazione finanziaria.

Ringrazio il rettore, i rappresentanti della città e della regione, tutti i partecipanti a questo evento e gli organizzatori – con un grazie particolare a Maria Letizia Guerra e Laura Bottazzi – per essere qui con noi.

È con grande orgoglio che lavoriamo con l’università di Bologna. L’università più antica del mondo continua ad essere visionaria, a guardare avanti, ad abbracciare i temi del futuro, come l’educazione finanziaria. L’università ha un ruolo cruciale per l’educazione ed ancora di più per l’educazione finanziaria.

Ed è di futuro che vogliamo parlare durante il Mese. Costruisci oggi quello che conta per il tuo futuro è il tema che abbiamo scelto questo anno per il Mese per ricordare come l’educazione finanziaria ci aiuti a guardare avanti, a fare i passi necessari per costruire il nostro futuro, e cominciare a farli già da oggi.

Affinché l’educazione finanziaria arrivi a tutti, abbiamo bisogno del lavoro di tutti. Ed è per questo che con il Mese noi chiamiamo tutti a collaborare, a lavorare insieme. È una richiesta che è stata accolta da molti. I numeri delle iniziative per il Mese sono continuati ad aumentare, anno dopo anno. Abbiamo ricevuto circa 770 proposte fino ad adesso e cresceranno anche di più perché abbiamo esteso la scadenza a sottomettere le richieste di partecipare al Mese.

Il Mese dell’educazione finanziaria non si ferma ad ottobre, dura tutto l’anno. L’obiettivo del Mese è di aprire una porta, accendere una miccia, e in tema con il mese di ottobre, vogliamo piantare dei semi che possano crescere e dare i loro frutti nel futuro.

Ottobre è anche il mese della prevenzione del tumore del seno. E noi abbiamo scelto questo mese proprio perché avere conoscenze, essere informati ci aiuta a prevenire, ci aiuta a stare bene, ci aiuta a prenderci cura della nostra salute finanziaria.

Voglio ringraziare tutti quelli che organizzano e organizzeranno eventi ed invitarli a continuare a farlo, a non fermarsi al Mese. Il Mese è solo l’inizio, ma dobbiamo costruire oggi quello che conta per il futuro.

Affinché l’educazione finanziaria arrivi a tutti, bisogna partire dalla piazza, dalla realtà locale. Sono particolarmente lieta di avere qui i rappresentanti del Comune e lieta della nuova iniziativa di aprire uno sportello di educazione finanziaria nel comune. È questo un buon modo di prendersi cura dei cittadini, di aiutarli a costruire il loro futuro, per dirlo con le parole del Mese, di fare la prevenzione di cui parlavo prima.

Speriamo che questa iniziativa si diffonda in tanti altri comuni, anche i più piccoli, perché li si può dialogare ancora più da vicino con le persone. E ancora una volta, usiamo il Mese per far partire iniziative che possano estendersi nel tempo.

Affinché l’educazione finanziaria arrivi a tutti, dobbiamo partire dalle scuole. Dico sempre che la conoscenza finanziaria è importante oggi come il saper leggere e scrivere. È insomma una conoscenza di base, necessaria per capire il mondo intorno a noi, e per partecipare alla società.

Anche le Nazioni Unite nel loro recente Summit chiamato “Trasformare l’educazione”, hanno incluso le conoscenze finanziarie tra le conoscenze che tutti i giovani devono avere per affrontare le sfide del mondo di oggi e per prendere buone decisioni per il loro futuro. E c’erano anche noi al NY al Summit a parlare dell’importanza dell’educazione finanziaria per i giovani.

Dobbiamo partire dalle scuole, perché solo così si raggiungono tutti i giovani, un passo necessario perché i dati ci dicono che chi possiede le conoscenze finanziare oggi è non solo un numero modesto di giovani in Italia e inferiore alle cifre negli altri Paesi, ma è anche un gruppo privilegiato, ad esempio sono i giovani che appartengono a famiglie con un alto livello di educazione e di reddito. E sono principalmente gli studenti maschi. L’Italia è l’unico paese tra quelli europei che hanno partecipato alla raccolta dei dati dell’OCSE, dove le differenze di genere nelle conoscenze finanziarie sono presenti già fra i quindicenni. Dobbiamo democratizzare l’educazione finanziaria e rendere possibile l’accesso a tutti ed il modo migliore di farlo è tramite la scuola.

Sono davvero lieta di avere qui con noi non solo i rappresentanti delle scuole ma anche gli studenti.

I giovani sono il nostro futuro e l’educazione finanziaria deve essere indirizzata in particolare a loro. E sono felice che tante iniziative del Mese saranno rivolte proprio ai giovani e alle scuole.

I dati che il Comitato ha raccolto con la Doxa lo scorso anno ci dicono che ben l’88% degli Italiani è favorevole alla introduzione della educazione finanziaria a scuola. I nuovi dati, che renderemo pubblici tra poco, ci dicono che quella cifra è aumentata ancora di più. Con dei numeri così grandi, speriamo di vedere presto realizzarsi questa iniziativa. Il Comitato è in prima linea per promuovere l’educazione finanziaria a scuola e continuerà incessante il nostro impegno affinché questo avvenga. Useremo il Mese per parlarne ad ogni occasione.

E per citare una iniziativa che è nata proprio durante il Mese nel piccolo comune di Paglieta in provincia di Chieti, gli studenti che hanno fatto educazione finanziaria a scuola sono poi andati nel Comune invitati dal sindaco a fare educazione finanziaria alla popolazione. Questo per dire che l’educazione che viene fatta a scuola può poi diffondersi ad altri, e che il comune e le scuole possono lavorare insieme.

Affinché l’educazione finanziaria arrivi a tutti, anche agli adulti, occorre che arrivi sul posto di lavoro, che sia e diventi parte integrante del welfare aziendale. Fare educazione finanziaria sul posto di lavoro significa prendersi cura dei propri dipendenti, della loro salute finanziaria. È un piacere avere qui imprenditori visionari che vogliono impegnarsi per l’educazione finanziaria. Chi sta meglio, chi non soffre, ad esempio di ansia finanziaria, un altro dato che abbiamo documentato nel nostro lavoro con la Doxa, può far meglio il proprio lavoro. L’educazione finanziaria sul posto di lavoro è insomma un vantaggio per tutti. E per citare un altro dato del nostro rapporto con la Doxa, e lo dico perché il nostro lavoro si basa sui dati e la ricerca, lo scorso anno ben il 77% degli italiani erano favorevoli alla educazione finanziaria sul posto di lavoro. Ed anche questo dato è cresciuto nel tempo.

Durante il Mese lanceremo nuove iniziative di educazione finanziaria sul posto di lavoro, e in collaborazione con le università.

Affinché l’educazione finanziaria arrivi a tutti, occorre andare tra i banchi del mercato, entrare nei negozi. È quello che stanno facendo questa mattina a Pordenone. Tra un po’ ci collegheremo con loro. A Pordenone l’educazione finanziaria raggiunge anche le botteghe. È una iniziativa chiamata le botteghe del sapere e tra i temi trattati nelle botteghe adesso abbiamo anche l’educazione finanziaria. Questa mattina nel mercato settimanale al centro storico di Pordenone si è parlato di investimenti, di previdenza, di trasparenza, e delle crisi finanziarie insieme con i docenti della università di Udine.

Insomma, l’educazione finanziaria deve essere fatta dove sono le persone. E dobbiamo capire i loro bisogni, i loro desideri e aiutarli a costruire il loro futuro, questo è uno dei compiti della educazione finanziaria. Per farlo, l’educazione finanziaria deve essere rigorosa, deve essere scientifica, deve basarsi sugli studi e la ricerca. Ed è per questo che è fondamentale il coinvolgimento dell’università, che è il centro per eccellenza del sapere e della conoscenza.

Per questo il Comitato è particolarmente felice di essere qui a Bologna, dove questa università visionaria ha aperto ieri le porta alla città con iniziative di educazione finanziaria per tutti.

Tramite la collaborazione con le università, abbiamo l’opportunità di trasformare il Paese in un laboratorio di educazione finanziaria, di sviluppare nuove idee, partendo in particolare dall’educazione finanziaria dei giovani. All’università di Udine, ad esempio, e fra un po’ sentiremo le parole del loro rettore, hanno creato un corso di educazione finanziaria per tutti gli studenti. E saranno messi a disposizione in quel corso anche un buon numero di posti e a titolo gratuito per gli insegnanti delle scuole di ogni ordine a grado. L’università e le scuole possono lavorare insieme per promuovere l’educazione finanziaria e questo è un ottimo esempio.

E ci saranno tanti progetti di educazione finanziaria con le università durante il Mese. Invito tutti a consultare il nostro portale www.quellocheconta.gov.it dove sono riportate tutte le iniziative del Mese.

L’educazione finanziaria diventa ancora più importante in momenti di grandi cambiamenti come quelli che stiamo vivendo. Ho detto spesso— perché così ci dicono i dati, che l’educazione finanziaria è uno scudo per proteggerci dai colpi della crisi, è una bussola che può orientarci in tempi difficili. Stiamo affrontando ad esempio una inflazione di cui non si aveva esperienza da tempo. Il rialzo generale dei prezzi tocca tutti e si abbatte sulle finanze personali di tutti e, in particolare, dei gruppi più vulnerabili.

Parleremo oggi di questo argomento con esperti, inclusi i membri del Comitato – che ringrazio di essere qui con noi e ringrazio Massimo Rostagno, il Direttore Generale per la Politica Monetaria della Banca centrale europea che si collegherà con noi da Francoforte, e tratteremo sia della politica monetaria della Banca centrale europea e sia della importanza della educazione finanziaria per saperci orientare meglio. Avere delle conoscenze finanziarie di base ci aiuta nelle scelte, in particolare quando ci troviamo ad affrontare aumenti repentini dei prezzi.

Ritornando al tema del Mese, lavorando insieme possiamo fare molto e possiamo essere ambiziosi. Possiamo costruire oggi quello che conta per il futuro.

E finisco ritornando alla università di Bologna, al suo essere visionaria, ad alcuni dei suoi personaggi straordinari. Ho parlato prima delle differenze di genere nella conoscenza finanziaria in Italia, un tema che mi sta molto a cuore. Voglio citare Laura Bassi nata a Bologna nel 1711. È stata una delle prime donne laureate in Italia e tra le prime al mondo ad ottenere una cattedra universitaria qui a Bologna. La storia racconta che avviò con grande successo corsi di fisica sperimentale. Le lezioni si tennero nella sua casa. Dal momento che a Bologna era l'unico corso sulla disciplina ed era frequentato soprattutto da studenti dell'università, il Senato accademico ne riconobbe l'utilità pubblica e assegnò a Laura Bassi uno stipendio di 1000 lire, uno dei più alti della università. Brillante e, per una volta, ben pagata.

Possiamo allora ispirarci a questa straordinaria donna, a questa università sempre avanti nel tempo, per far si che anche l’educazione finanziaria si diffonda tra tutti, arrivi a tutti, in particolare alle donne.

Grazie e buon Mese a tutti.