Nel corso degli ultimi anni, si è registrata nei vari Paesi dell'Unione Europea, tra cui l'Italia, una crescente diffusione di nuove forme di investimento finanziario in strumenti derivati - altamente speculative, rischiose e complesse - quali i contract for difference (CFD), rolling spot forex ed opzioni binarie.
I CFD sono contratti tra un intermediario ed un investitore con i quali ciascuna parte si impegna a pagare all'altra la differenza tra il valore attuale di un determinato bene (azioni, valute, merci, indici finanziari, ecc.) e il valore che lo stesso bene avrà in futuro. Una volta aperta una posizione in CFD, l'investitore in qualsiasi momento può chiuderla versando o incassando il differenziale.
I CFD sono prodotti c.d. a leva finanziaria, nel senso che gli investitori possono, tramite questi prodotti, assumere una posizione sul bene sottostante, versando soltanto una minima parte (detto "margine iniziale" o "deposito iniziale") del valore complessivo della posizione assunta. In quanto prodotti a leva, agli investitori può essere richiesto il versamento di ulteriori somme ad integrazione di quelle depositate inizialmente per effetto dell'andamento del bene sottostante (c.d. "margini aggiuntivi") e, inoltre, il risultato dell'operazione (perdita o guadagno) può essere ben superiore all'importo versato come margine iniziale (c.d. "effetto leva").
Particolarmente diffusi sono i CFD aventi come bene sottostante le valute scambiate nell'ambito del c.d. "Forex". Quest'ultimo non è un mercato regolamentato e con prezzi ufficiali, bensì un mercato non regolamentato in cui gli operatori di tutto il mondo negoziano direttamente fra loro (effettuando in questo modo negoziazioni "Over the Counter"" - OTC).